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lunedì 16 aprile 2018

APH, un ambiente avanzato per la crescita di piante sulla Stazione Spaziale Internazionale

(Credit NASA)

NEWS SPAZIO :- Uno degli studi che recentemente ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale è l'Advanced Plant Habitat (APH), la più grande camera di crescita dell'avamposto orbitale.

Più o meno è grande come un minifrigo ed è stato progettato per testare quali condizioni di crescita in orbita sono le preferite dalle piante. Inoltre APH fornisce uno spazio maggiore che permette di testare la crescita di una maggiore varietà di culture.

Fino ad oggi questo nuovo habitat è stato utilizzato per far crescere e studiare l'Arabidopsis, piccole piante da fiore legate a cavoli, senape e grano duro.



I suoi sistemi di monitoraggio e di controllo ambientale regolano temperatura ed i livelli di ossigeno ed anidride carbonica. Le impostazioni di sistema possono essere configurate per far crescere differenti tipi di piante.

Tutti i sistemi possono essere monitorati e controllati in remoto da computer sulla Terra che si interfacciano direttamente con l'habitat.

Sebbene APH sia in gran parte autonomo, l'equipaggio aggiunge acqua alla camera e cambia gli elementi atmosferici quali un depuratore di etilene e di CO2, filtri.

Uno degli elementi unici dell'avere un laboratorio scientifico permanentemente in orbita è che possono essere avviati esperimenti di lunga durata che possono nel tempo produrre ottima scienza. La forza di gravità a cui non ci possiamo sottrarre dalla superficie della Terra, per noi è appunto una costante. Sulla ISS questo elemento diventa invece una variabile ed è quindi possibile studiare la crescita delle piante a gravità zero.

La gravità è uno dei maggiori "segnali" che le piante utilizzano per guidare la propria crescita. In un ambiente a microgravità come la ISS, tale segnale viene di fatto annullato e ciò consente di poter studiare ed individuare quali altri "segnali" vengono utilizzati dalle piante.

(Credit Bryan Onate)

APH ha anche un sistema di illuminazione a LED aggiornato, che va oltre il sistema a LED rosso, blu e verde utilizzati nell'altro habitat vegetale utilizzato nella ISS, Veggie


APH è equipaggiato con LED bianchi, rossi, blu, verde e rosso-lontano ed ha una maggiore possibilità di impostazioni, in grado di produrre luce da 0 a 1000 micromole, un'unità di misura utilizzata per descrivere l'intensità di una sorgente di luce.
Espandendo lo spettro di luce i ricercatori possono aumentare la tipologia di piante che possono studiare nello spazio ed adattare la luce ai bisogni particolari di una pianta specifica settando opportunamente i livelli di luminosità dei LED.

Possono essere manipolate anche umidità e temperatura, per testare le risposte di soglia di una pianta sia per ambienti ideali che inospitali.

APH ha però un'altra caratteristica unica. E' il primo a permettere di svolgere studi che riguardano interi cicli agricoli in orbita.
In altre parole è possibile non solamente far crescere piccole piante, ma anche procedere da seme a seme. E ciò significa partire da un unico seme proveniente dalla Terra e far crescere generazioni successive della stessa pianta.

Un altro aspetto importante della ricerca spaziale in generale è che molti risultati possono poi produrre importanti ricadute sulla Terra. In questo caso, studiare quali condizioni sono le preferite per una pianta può consentire ai botanici del nostro Pianeta di programmare nuove strategie di crescita per la siccità e per regioni degradate. Ancora, potrebbe essere possibile spingere per l'adozione di sistemi di coltivazione automatizzata su larga scala in regioni senza terreno da arare.

Date un'occhiata a questo video



Enjoy!

Fonte dati, NASA.

1 commento:

  1. Trovo questo tipo di ricerca molto importanti per vari motivi ,la prima e che in questo modo possiamo migliorare l'agricoltura sulla Terra dato che nei prossimi decenni con l'aumento della popolazione questa sarà una cosa sempre più importante, come secondo punto ci permettere di studiare di come far crescere e sviluppare pianete in microgravità , cosa che sarà fondamentale per future missioni su Marte.

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