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giovedì 26 giugno 2014

Curiosity, il 1° anno Marziano ed i risultati preliminari della 3° perforazione

(Credit NASA/JPL-Caltech/MSSS)

NEWS SPAZIO :- Il 24 Giugno la NASA ha festeggiato il 1° anno di permanenza sulla superficie Marziana del rover Curiosity, il Mars Science Laboratory. Il 1° anno Marziano cioè, che come sapete corrisponde all'incirca a due anni Terrestri, 687 giorni per l'esattezza.

Curiosity infatti è atterrato sul suolo di Marte all'interno del grande cratere Gale il 6 Agosto 2012. Inizialmente un anno marziano era stato ritenuto poter essere la durata minima della missione, ma Curiosity è in perfetta forma, a parte un po' di usura alle ruote.
Quindi l'importante obiettivo scientifico di raggiungere le pendici del Mount Sharp resta il task scientifico primario.

NASA-JPL ha pubblicato per l'occasione una press release in cui viene celebrato l'evento. In essa è presente l'ultimo Selfie di Curiosity, lo vedete in alto.



Durante il 1° anno Terrestre il rover ha già completato con successo la sua missione, rispondendo positivamente alla domanda se Marte nel suo passato poteva aver avuto le giuste condizioni ambientali per consentire lo svilupparsi della vita microbica.
Ad un'importante domanda è seguita una storica risposta, del tutto positiva! Durante la prima campagna di perforazione con il trapano in dotazione al rover avvenuta in un'area denominata John Klein la missione ha potuto centrare i suoi obiettivi primari.
L'analisi del materiale estratto dal sottosuolo ha dimostrato infatti che molto tempo fa la regione era il letto di un fiumo o di un lago ove erano presenti gli ingredienti di base della vita. Ecco un po' di informazioni


Naturalmente durante questo anno Curiosity ha dvolto anche tanti altri importanti compiti.
Tra questo vi è l'analisi dei livelli di radiazione naturale sia durante il volo dalla Terra a Marte che sulla superficie del pianeta dopo l'atterraggio.
E ciò è estremamente importante per la realizzazione di opportune protezioni per future missioni umane. Ecco alcune info


Una lunga permanenza sulla superficie di Marte consente di effettuare lunghi esperimenti e raccogliere dati importanti e di alta qualità, impossibili da registrare dall'orbita. E' il caso delle misurazioni degli elementi dell'atmosfera e di come questa sia andata scomparendo per la sua gran parte


L'ultima campagna di perforazione del rover, la terza, è avvenuta in un'area denominata Windjana


I risultati delle analisi indicano che Windjana presenta una maggior concentrazione di magnetite rispetto ai campioni esaminati in precedenza, secondo quanto dichiarato da David Blake (NASA Ames Research Center), principal investigator dello strumento CheMin (Chemistry and Mineralogy) che insieme allo strumento SAM (Sample Analysis at Mars) ha analizzato i campioni di suolo.
Le sue parole: "Una questione chiave è se questa magnetite è un componente del basalto originale oppure se è il risultato di processi successivi, come potrebbe accadere nei sedimenti basaltici intrisi d'acqua. La risposta è importante per la nostra comprensione dell'abitabilità e della natura dell'ambiente che vi era su Marte nel suo passato".

Secondo le indicazioni preliminari la roccia contiene un mix più diversificato di minerali argillosi rispetto a quanto trovato in precedenza. Windjana contiene anche un'inaspettata quantità elevata del minerale ortoclasio, un feldspato ricco di potassio, il quale è uno dei minerali più abbondandi nella crosta Terrestre e che non era mai stato rilevato definitivamente su Marte.

Questo implica che alcune rocce del bordo del cratere Gale, da cui si suppone provenga il materiale presente in Windjana, possano avere avuto processi geologici complessi, quali ad esempio molteplici episodi di fusione.

John Grotzinger (Curiosity project scientist al California Institute of Technology di Pasadena): "E' troppo presto per le conclusioni, ma ci aspettiamo che i risultati ci siano di aiuto per collegare ciò che abbiamo imparato a Yellowknife Bay con ciò che impareremo al Mount Sharp. Windjana si trova ancora all'interno di un'area dove scorreva un fiume. Vediamo segni di una storia complessa di interazione tra acqua e roccia".

Curiosity ha lasciato Windjana a metà di Maggio e sta continuando il suo viaggio ad ovest per il Monte Sharp. L'odometro di bordo segna 7,9 km percorsi dal suo arrivo sul Pianeta Rosso.
La porta di accesso alla montagna è una breccia in una fascia di dune sul fianco settentrionale del Mount Sharp, la quale si trova a circa 3,9 km di distanza da Curiosity.

Il nuovo percorso individuato per raggiungere la destinazione tiene conto dei danni individuati nelle ruote del rover e verrà periodicamente aggiornato anche con i dati rilevati dall'orbita, dal Mars Reconnaissance Orbiter. A scapito di una maggior strada da percorrere viene ovviamente privilegiato il cammino che concorre ad usurare il meno possibile le ruote del rover.

Fonte dati, NASA-JPL.

8 commenti:

  1. Questa storia dei danni alle ruote del rover non la capisco proprio. Con una gravità così bassa, un terzo di quella terrestre, ed un'attenzione progettuale così elevata, non capisco come possa essere accaduto... debbono esserci rocce tipo quelle vulcaniche, appuntitissime. Speriamo che questo problema non pregiudichi, alla lunga, la missione

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    1. Da quel che ho letto, complici possono essere il peso e la velocità di navigazione che sono superiori a quelli dei MER (correggi Sergio se sbaglio!)

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  2. Mi chiedo e ti chiedo una cortesia Sergio. Che tu sappia, in riferimento all'attività di misurazione degli elementi dell'atmosfera che effettua Curiosity mirata a capire, come scrivi tu, come questa sia andata scomparendo per la sua gran parte, è disponibile una sorta di storico delle rilevazioni di questo biennio che permetta di evidenziare, anche se solo in forma infinitesimale, una qualche tendenza nella concentrazione dei vari gas atmosferici in questo biennio. Ovviamente questo presume che siano stati effettuati dei rilevamenti periodici ad intervalli regolari, ma mi stupirei del contrario.

    Massimo

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    1. Ciao Massimo, la risposta è sì. Il protagonista è lo strumento REMS (Rover Environmental Monitoring Station) a bordo di Curiosity. Trovi maggiori info e dati qui

      http://atmos.pds.nasa.gov/data_and_services/atmospheres_data/Mars/Mars.html

      http://cab.inta-csic.es/rems/marsweather.html

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    2. Non ho molto tempo in questi giorni, spero di trovarne più avanti per guardarvi con attenzione. Ci sono un mare di dati grezzi mi pare, confesso candidamente che non so se sarò capace di ricavare qualcosa di intellegibile che soddisfi le mie curiosità.
      Comunque, anche se rispondo in ritardo, ti son grato per i riferimenti.

      Massimo

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  3. Comunque che sofferenza!! Non un batterio, un rigagnolo d'acqua, un filetto d'erba, un fossile rinsecchito, una qualcosina insomma. Solo sassi sassi sassi e guasti. Altrimenti una preparazione da geologo, che si riesce a emozionare con una vena di gesso.

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  4. Condivido appieno quanto detto da livio..pianeta morto..e su cui si investe molto...speriamo per una futura colonizzazione..ma dovremo fare tutto dato che nn offre quasi nulla sennon spazi immensi da terraformizzare.ci vorranno centinaia di anni . Che trovino almeno rocce utili da estrarre o gas per fare ripartire le eventuali astronavi.. altrimenti davvero non ha senso se non per scopo turistico o militare.
    o per piantare la bandierina per primi..

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